Cos’è il Centro di formazione teatrale e delle arti della scena. È un progetto artistico e culturale pensato da Geometria delle Nuvole e interpretabile come un organismo, in cui tutti gli elementi interagiscono parallelamente tra loro e con il territorio per contribuire alla creazione di una comunità viva e aperta, in grado di avvalersi del teatro e dell’arte come strumenti di crescita collettiva. Le basi di questo processo si fondano sui valori dell’incontro e della relazione in assenza di giudizio, sul riconoscimento delle differenze, sul rispetto della diversità, sulla ricerca di opportunità nuove e di linguaggi alternativi per ridefinire ogni volta se stessi all’interno di una comunità e di una società in continua trasformazione. È evidente in quest’ottica che i Cantieri teatrali siano parti integrate di un sistema pulsante e complesso, che interagisce con la programmazione culturale pensata dall’amministrazione cittadina, dalla direzione artistica del teatro De Filippo e dall’esperienza di Geometria delle Nuvole, affinché ogni percorso laboratoriale e formativo sia una cellula indispensabile alla creazione di un progetto di cittadinanza più vasto e in grado di garantirne la continuità nel futuro. Questi obiettivi sono raggiungibili grazie all’inclusività dei Cantieri, in quanto accessibili e aperti a tutte le fasce di età e grazie alle solide relazioni e collaborazioni che abbiamo costituito negli anni con i soggetti (scuole, famiglie e associazioni) che si adoperano alla creazione di un’attenta comunità educante. Il ruolo più importante è giocato dalla natura stessa della formazione teatrale, che a nostro avviso, deve sempre avvalersi di pratiche in grado di garantire lo sviluppo dell’ascolto, della coralità e della collaborazione, piuttosto che il mero esibizionismo o la competizione.
Cosa sono i Cantieri teatrali: percorsi laboratori di ricerca teatrale e di avvicinamento alle arti della scena. Sono annuali e permanenti, aperti a tutti e prevedono un’articolazione costituita da un corpo centrale di ore suddivise in incontri settimanali e un rimanente pacchetto di ore dedicato a laboratori intensivi utili alla realizzazione degli spettacoli e delle performances conclusive. Ogni Cantiere teatrale è il luogo dove si formano cittadini coraggiosi e consapevoli che riconoscono il valore della creatività e della poesia per affrontare tematiche intime e universali, ma è anche il luogo dove si forma un pubblico attento e critico, capace di riconoscere i bisogni propri e quelli della comunità. I percorsi sono: Cantiere Pan (7/10 anni), Cantiere OZ (10/13 anni), Cantiere Magma (14/24 anni) Cantiere Essere (adulti), Cantiere Educare (insegnanti), Cantiere Educare per la scuola.
In cosa consiste la pratica del laboratorio teatrale: si distingue dall’attività di un corso, ponendosi come obiettivo cardine la continua scoperta e riscoperta di sé e degli altri attraverso la potenza dell’azione creativa, grazie a cui esplorare nuovi linguaggi espressivi legati al teatro contemporaneo e di ricerca, dove ridare linfa ai testi classici e alla poesia, creare ascolto, relazione e cooperazione tra i partecipanti. Partecipare ad un laboratorio teatrale è senso di comunità, è coltivare poesia, non intesa come declamazione di grandi classici ma come materia viva ed incandescente, come ricerca di linguaggi sempre nuovi, come possibilità di coniugare una grammatica in cui dar voce ai corpi, alle menti e agli affetti. Il teatro è una palestra dove si gioca. Il gioco consiste nel dare nuova vita alle strutture e divertirsi all’amorevole massacro della tradizione, dove non si impara a recitare un testo classico ma a resuscitare il suo autore, a guardare bene sotto le parole, alla ricerca di ciò che le parole da sole non dicono. Se non sai penetrare quel sotto, quella luce giù in basso, quel piccolo segreto le parole restano buie. Nel laboratorio, grazie all’improvvisazione, si mette in relazione quel segreto col linguaggio di gesti, del corpo, dei sogni, con l’immaginario personale e corale, con la musica per creare una partitura sulla quale sarà possibile innestare in un secondo momento, le parole, e non tutte, solo quelle che servono. Una volta creato un campo di verità sul quale trapiantarle, tutte le parole diventeranno splendenti. E poi il teatro è anche il luogo dove fare silenzio e poter guardare in quello spazio sacro che ognuno custodisce dentro di sé e che l’arte ha il compito di rivelare. Fare teatro non è mai un esercizio velleitario, narcisistico e marginale.